Le cave di pomice di Porticello e di Acquacalda sono state finalmente decretate, dalla Soprintendenza di Messina, zone di interesse culturale. Questo è il primo passo per la realizzazione di un museo della pomice ad Acquacalda e di un parco geominerario a Ponticello. Dopo varie denunce sui rischi di crollo e la degradazione che colpiva tutta l’area pomicifera di Lipari, il governo Musumeci è riuscito a portare avanti il progetto per salvare la zona dallo stato d’abbandono in cui viveva.
Le cave, nonostante siano il simbolo del valore industriale delle isole Eolie, sono cadute nel dimenticatoio dopo il fallimento della società che le gestiva. Il provvedimento, firmato dalla Soprintendente Mirella Vinci e dai dirigenti Antonio Spanò Greco e Salvatore Stopo, mira a salvare la memoria di questo luogo di interesse sia storico-culturale che ambientale.
Vi fu un periodo in cui più di cinquecento cavatori lavoravano con fatica, per più di otto ore al giorno – senza alcun tipo di sicurezza o tutela – per estrarre “l’oro bianco” della pomice, utilizzato dall’edilizia alla cosmetica. Molti dei lavoratori, pur di provvedere al sostentamento delle proprie famiglie, rischiavano di ammalarsi di silicosi. Condizioni di lavoro inumane, specchio di una società impoverita perché vittima della società. Uno scenario, questo, che deve rimanere ben impresso nella memoria siciliana ed eoliana.
Nel museo e nel parco geominerario verrà dunque raccontata la storia delle cave di pomice tramite foto, oggetti, ricostruzioni dei cicli di lavorazione, testimonianze e documentazioni che si celano dietro le cave.
Inoltre l’interesse è quello di tutelare le aree pomicifere dagli atti di vandalismo, e ridare ad esse nuova vita, mettendo in luce l’elevato valore paesaggistico e naturalistico.
Ci si aspetta che passi di questo tipo vengano compiuti anche in altri luoghi simbolo della Sicilia ma che vivono, per il momento, in uno stato di abbandono.
Ilenia Giambirtone