È uno strano momento, quello che stiamo faticosamente attraversando, un momento in cui la mancanza di uomini capaci di interpretare valori assoluti e fondanti, sta sgretolando l’impalcatura sociale, sulla quale è nata la nostra cultura e sono state costruite le nostre istituzioni.
È possibile non interrogarsi su quanto sta accadendo? È possibile sottovalutarne gli effetti? È possibile ignorare il fatto che una tale difficile condizione possa ulteriormente degenerare, fino a provocare effetti irreversibili?
Un tempo, ad esempio, la maggiore aspirazione di qualsiasi persona di media intelligenza era quella di migliorare le proprie condizioni di vita e, di conseguenza, quelle dei propri familiari.
Oggi, probabilmente, non è più così, dato che gli obiettivi sembrano essere cambiati e che l’aspirazione maggiore, il traguardo da raggiungere, per molti cittadini, sia diventato quello di peggiorare le condizioni degli altri, per godere di una qualche sadica, ma sterile, soddisfazione.
C’è chi definisce questo fenomeno populismo, chi lo chiama invidia, ovvero odio sociale; io preferisco pensare che un tale surreale modo di intendere la vita, purtroppo, sia il prodotto di anni di politica al ribasso in ogni settore sociale!
Anni nei quali non si è guardato alla crescita reale dell’Italia nel suo complesso, ma all’illusione che essa potesse essere raggiunta nella forma, piuttosto che nella sostanza e nella qualità.
Credo che questa drammatica situazione, che purtroppo rischia di far precipitare il Paese in una condizione di pericolosissima regressione civile, culturale ed economica, venga da lontano: dagli esami di gruppo, in cui gli “asini” prendevano lo stesso voto di chi studiava e dal dovere di lavorare, tragicamente trasformato in diritto al salario!
Una società che rinunzia al merito ed agli effetti che esso deve produrre, a partire dal miglioramento delle condizioni di chi è realmente meritevole, credo sia una società destinata a precipitare dentro un burrone, di cui non si scorge il fondo e nel quale non ci sono appigli per tentare una risalita!
“Consolarsi con l’altrui miseria”, sosteneva il filosofo Bertrand Russell, “può certo aiutare ad alleviare la propria disperazione, ma non a migliorare se stessi”.
Per completare il senso di quest’affermazione, è utile ricordare un altro filosofo: Johannesburg Gottlieb Fichte, il quale sosteneva che “l’uomo esiste per migliorarsi sempre di più dal punto di vista morale e per rendere migliore tutto ciò che lo circonda”.
Sulla stessa lunghezza d’onda è lo scienziato Roberto Cingolani, secondo il quale: “ridurre le differenze vuol dire migliorare la vita di chi è indietro, non peggiorare la nostra”. D’altra parte, sarebbe folle pensare il contrario e sarebbe un irrecuperabile pazzo chi dovesse ostinarsi a pensarlo!
Per concludere questo lungo elenco di citazioni, come diceva il critico letterario Arturo Graf, “se i migliori non s’impongono ai peggiori, i peggiori s’imporranno ai migliori”. Sembra un’affermazione lapalissiana ma, con i tempi che corrono, non è affatto così e purtroppo ce ne rendiamo conto tutti i giorni!
Tutti i giorni, infatti, assistiamo e subiamo scelte che non tengono in alcuna considerazione il merito, la qualità, il buonsenso, mentre l’odio sociale, l’inconsistenza delle proposte politiche, l’infimo profilo morale e culturale dei leader e la loro incapacità di ragionare da statisti, piuttosto che da bottegai di periferia, sta stordendo il Paese.
Insomma, in queste condizioni, non bisogna assolutamente perdersi in chiacchiere, non bisogna illudersi e non bisogna illudere nessuno, altrimenti continueremo, tutti, chi più chi meno, ad alimentare una società priva di valori, priva di aspettative, priva di un futuro che sia migliore del passato, nonostante, paradossalmente, si pensi che stia per accadere esattamente il contrario.
Anche chi inala una dose di cocaina, improvvisamente, ma solo per poco, pensa di essere diventato immortale e di essere capace di fare qualsiasi cosa.
Per fortuna, però, non è così. Rendersene conto in ritardo potrebbe essere letale, anche perché l’effetto della droga, prima o poi, svanisce, mentre i problemi, dai quali si è sperato invano di fuggire, restano, anzi, si aggravano drammaticamente!