Smentire I datati luoghi comuni riguardanti il Sud e la Sicilia in particolare non è affatto facile. Se la smentita, poi, proviene dalla politica, può essere facilmente considerata un’ennesima menzogna. In questo caso però, la fonte è molto autorevole, dunque, merita di essere diffusa e sostenuta a vantaggio di una verità che, negli anni, pochi hanno avuto il coraggio di affermare.
Alla “stampa di regime” che continua a diffondere notizie, spesso false, che riguardano la Sicilia, infatti, stavolta risponde la Corte dei Conti, che attesta come sulle 14085 unità di personale regionale, ben 7956 prestano servizio presso uffici le cui competenze risultano normativamente demandate dal livello statale a quello regionale in virtù della specialità statutaria.
Per anni è stato detto il contrario ed il numero di dipendenti, evidentemente maggiori rispetto ad altre regioni, non è stato addebitato, come sarebbe stato giusto fare, alle maggiori competenze, ma alla cattiva gestione. Questo non assolve niente e nessuno rispetto ad altri errori, che sarebbe assurdo negare, ma giova a far comprendere come sulla Sicilia, troppo spesso, si sia discusso senza alcuna competenza e non in maniera disinteressata: anzi!
Per chi, pur parlandone a sproposito, anzi, organizzando dibattiti fondati sulle menzogne, non conosce bene lo statuto siciliano, è opportuno precisare che si tratta di competenze che in altre regioni, quelle a statuto ordinario, che esistono dal 1970, paga lo Stato, dunque non gravano direttamente nei rispettivi bilanci.
Con grande dispiacere per la citata “stampa di regime”, alla luce dei dati ufficiali, la Regione Siciliana dispone, complessivamente di circa 6000 dipendenti, un dato perfettamente in media con quello nazionale riguardante altri territori similari.
Pertanto, ad uso dei “grandi esperti” di statuto siciliano, giusto per non continuare ad alimentare la “pelosa disinformazione”, è opportuno rileggere le competenze esclusive e complementari riguardanti la Sicilia.
Art. 14
1. L’Assemblea, nell’ambito della Regione e nei limiti delle leggi costituzionali dello Stato, senza pregiudizio delle riforme agrarie e industriali deliberate dalla Costituente del popolo italiano, ha la legislazione esclusiva sulle seguenti materie:
a) agricoltura e foreste; b) bonifica; c) usi civici; d) industria e commercio, salva la disciplina dei rapporti privati; e) incremento della produzione agricola ed industriale;
valorizzazione, distribuzione, difesa dei prodotti agricoli ed industriali e delle attività commerciali; f) urbanistica; g) lavori pubblici, eccettuate le grandi opere pubbliche di interesse prevalentemente nazionale; h) miniere, cave, torbiere, saline; i) acque pubbliche, in quanto non siano oggetto di opere pubbliche d’interesse nazionale; l) pesca e caccia; m) pubblica beneficenza ed opere pie; n) turismo, vigilanza alberghiera e tutela del paesaggio; conservazione delle antichità e delle opere artistiche; o) regime degli enti locali e delle circoscrizioni relative; p) ordinamento degli uffici e degli enti regionali; q) stato giuridico ed economico degli impiegati e funzionari della Regione, in ogni caso non inferiore a quello del personale dello Stato; r) istruzione elementare, musei, biblioteche, accademie; s) espropriazione per pubblica utilità.
Art. 17
1. Entro i limiti dei princìpi ed interessi generali cui si informa la legislazione dello Stato, l’Assemblea regionale può, al fine di soddisfare alle condizioni particolari ed agli interessi propri della Regione, emanare leggi, anche relative all’organizzazione dei servizi, sopra le seguenti materie concernenti la Regione:
a) comunicazioni e trasporti regionali di qualsiasi genere; b) igiene e sanità pubblica; c) assistenza sanitaria; d) istruzione media e universitaria; e) disciplina del credito, delle assicurazioni e del risparmio; f) legislazione sociale: rapporti di lavoro, previdenza ed assistenza sociale, osservando i minimi stabiliti dalle leggi dello Stato; g) annona; h) assunzione di pubblici servizi; i) tutte le altre materie che implicano servizi di prevalente interesse regionale.
Credo che quanto sopra serva a chiarire parecchio ma non dimentichiamo che “il peggior sordo è quello che non vuol sentire” e spesso i media non hanno nessuna voglia di ascoltare, soprattutto quando si parla, anzi, si straparla, della Sicilia.