L’Italia è un Paese che somiglia tanto ad una motocicletta che pretende di vincere il campionato del mondo pur avendo una sola ruota, quella anteriore, che rappresenta i territori che vanno da Roma in su, cioè a dire dalla capitale della politica e della burocrazia alla capitale dell’economia.
Per il Mezzogiorno, vale a dire per la ruota mancante, quella posteriore, questo significa non solo dover pagare con le proprie tasse la crescita di altri territori più fortunati, ma anche subire le inefficienze che, proprio in quelle zone, vengono prodotte o concepite in via principale.
Una motocicletta a cui manca una ruota non vincerà mai il campionato del mondo, anzi, prima o poi, fonderà il motore e verrà squalificata. Anche la squalifica la pagheremo tutti, ma questo dettaglio non sembra essere sufficientemente chiaro né al governo, peraltro assai confuso, né ai rappresentanti delle categorie produttive più forti, che vengono frequentemente colpiti da improvvisa amnesia.
Montare la seconda ruota all’ipotetica motocicletta di cui parliamo non serve solo alla parte posteriore del mezzo, che finalmente potrà pienamente contribuire alla sua stabilità, ma anche all’insieme della meccanica, facendole acquisire le condizioni necessarie per poter concorrere alla vittoria.
L’immagine statistica della moto con una sola ruota, che consuma benzina ma non riesce a correre, che costa ma non produce è quella che emerge dai dati sotto riportati che, se non ci sbattessimo il muso tutti i giorni e tutti i giorni ce ne lamentassimo, potrebbero sembrare incredibili, ma che purtroppo sono veri e rappresentano uno dei fattori che rallentano lo sviluppo del nostro, già lento, ma bellissimo e sventurato Paese.
Secondo uno studio, elaborato su base annua, dalla CGIA di Mestre, che passa in rassegna diverse analisi effettuate sulle infinite inefficienze della Pubblica Amministrazione Italiana, il costo sostenuto dalle imprese italiane per la gestione dei rapporti con la PA (la cosiddetta burocrazia) è pari a circa 57 miliardi di euro (fonte: The European House Ambrosetti), un vera enormità.
I debiti commerciali che, mediamente, la Pubblica Amministrazione contrae nei confronti dei propri fornitori ammontano a circa 53 miliardi di euro (Fonte: Banca d’Italia).
Il deficit logistico-infrastrutturale che penalizza, soprattutto al sud, il nostro sistema economico, è pari ad un importo di circa 40 miliardi di euro, peraltro mal spalmati lungo l’intero territorio (Fonte: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti).
Come se non bastasse, se la giustizia civile italiana avesse, ad esempio, gli stessi tempi di quella tedesca, il guadagno, in termini di PIL, per l’intero sistema paese, sarebbe di circa 40 miliardi di euro (Fonte: CER-Eures), alla faccia della “giustizia giusta” e dei relativi errori, pagati sempre da “quasi” tutti gli italiani.
I miliardi di euro di spesa pubblica in eccesso, quelli che, tra l’altro, non ci consentono di abbassare la nostra pressione fiscale alla media UE sono circa 24: il costo di una manovra finanziaria di lacrime e sangue, come quella in arrivo. (Fonte: Discussion paper 23 Commissione Europea).
Gli sperperi, le ridondanze, la disorganizzazione e la corruzione presenti nella sanità, altro settore “caldo”, si stima che costino alla collettività circa 23,5 miliardi di euro (Fonte: ISPE), senza tenere conto dei costosissimi viaggi della speranza, che gravano molto pesantemente sui bilanci familiari.
Gli sprechi, i disservizi e le inefficienze presenti nel settore del trasporto pubblico locale, altro grosso ed insopportabile problema del Paese, soprattutto al Sud ed in Sicilia, ammontano ad oltre 12,5 miliardi di euro (Fonte: The European House Ambrosetti-Ferrovie dello Stato).
Insomma, le cifre sommariamente riportate costituiscono lo specchio di un sistema Italia che, pur essendo consapevole dei propri gravissimi “vizi”, non ha nessuna voglia di cambiare ed in cui il Mezzogiorno e la nostra regione pagano il prezzo più alto. Non credo che tutto questo ed altro possa durare ancora per molto: o alla moto si monterà la seconda ruota o il motore, che è già piuttosto imballato, prima o poi, fonderà ed a pagare saremo tutti!