Pochi anni addietro, quando persino i più “stolti” cominciarono a capire che la Costituzione italiana era stata drammaticamente stravolta, grazie allo squilibrio dei poteri dello Stato, pensato e voluto da un Parlamento di “conigli con la coda di paglia”, un ex magistrato, che aveva appena lasciato la sua comoda, e ben retribuita, carriera, per quella, più difficile, di avvocato, mi spiegò quale fosse stato il motivo della sua, non semplice, decisione.
“Vedi,” mi disse con amarezza, “sono stato educato dai salesiani che, oltre alla tolleranza, al catechismo, allo storia, al latino ed altro, mi hanno insegnato a difendere i più deboli dall’arroganza dei più forti; oggi i magistrati sono i nuovi potenti, come un tempo lo erano i baroni o i politici: insomma, ero e mi sentivo fuori posto!”
“La situazione,” proseguì l’ex giudice, “è il frutto delle scelte dissennate di una classe dirigente, politica ed economica, la quale, nel tentativo di ricercare scorciatoie, per evitare gli effetti dei disastri che aveva creato, supponeva che la sua “arrendevolezza”, nei confronti di chi, non sempre a ragione, la metteva costantemente sul banco degli imputati, potesse garantirgli una sorta di “benevola immunità”.
“Sai qual è il paradosso?” Aggiunse l’ex magistrato, sempre più addolorato. “È che questi imbecilli, perché solo così li si possono definire, cercavano soluzioni di favore, rinunziando a quelle che avrebbero potuto avere per diritto, scompensando, in tal modo, un’architettura costituzionale costruita con il sacrificio di milioni di vite umane.”
“Questo stato di cose,” precisò meglio, “ha creato, in pochissimo tempo, quello che, per brevità, definirò come “il potere delle toghe”, contrapponendolo a quello della legge, ovvero del diritto che, da quel momento in poi, divenne incerto, dunque, non più regolatore dei comportamenti sociali, bensì nemico, soprattutto di chi non può permettersi il lusso di difendersi e di chi ha bisogno di sicurezze.”
“Vuoi un esempio?” Mi chiese l’ex magistrato. “Un tempo, se un tale metteva in giro la voce, falsa, secondo la quale la moglie di un altro tale tradiva il marito, veniva condannato per calunnia o per diffamazione. Oggi invece, può capitare che un giudice sostenga che ”siccome la signora, potenzialmente, avrebbe potuto tradire, non ci sarebbe reato, e viceversa.” È chiaro?”
L’esempio, sia pure retorico e colorito, per me fu molto illuminante, soprattutto perché, mutando il contesto ed il reato, mi venne in mente il caso di centinaia di imprenditori, molti sono stranieri, che rinunziano a costruire un’azienda, per paura di incorrere in una causa ventennale, circa la corretta perimetrazione, per ipotesi, del lotto in cui sarebbe dovuto sorgere lo stabilimento che avrebbero voluto realizzare.
“In fondo,” pensai, “nel caso del falso tradimento della moglie del tale, il problema si apre e si chiude tra gli interessati e pochi loro conoscenti, mentre, nel caso di aziende che non sorgono, di strade che non si realizzano, di case che non si edificano, ecc. a pagarne le conseguenze sono veramente in tanti.
A pagare per una condizione creata, in origine, dai “conigli con la coda di paglia” sono gli imprenditori, gli automobilisti, gli inquilini, insomma, la società tutta, paralizzata dallo smisurato potere di una casta tanto autoreferenziale quanto intangibile e, di fatto, forse, persino indiscutibile, dato che quanti si permettono di provarci rischiano di rimetterci le penne!
Non è una bella condizione quella nella quale ci troviamo! No, non lo è, anche per i modi sbrigativi, quanto assai pericolosi, con i quali i “nuovi politici”, di recente sempre più spesso, amano affrontare i problemi reali del Paese.
Sarebbe molto grave, ad esempio, se per ridurre i costi della giustizia si continuasse a tagliare il numero dei tribunali, lasciando sguarnite e senza mezzi adeguati intere province, cioè milioni di cittadini, o interi settori strategici, ma sarebbe ancora più grave se, per accelerare i tempi della giustizia, si facesse in modo che, per manifesta sfiducia, non vi si rivolga più nessuno!
L’esempio potrebbe apparire grottesco, forse esagerato, ma da chi pensa, senza alcuna vergogna, che si possa fare a meno del Parlamento, cioè della democrazia, ci si può aspettare questo ed altro!