Nel futuro, anche se non sappiamo quanto ancora esso sia lontano, i beni materiali varranno e costeranno sempre di meno, perché saranno prodotti industrialmente in avveniristiche catene di montaggio, quasi interamente automatizzate, con un limitatissimo apporto di manodopera, che sarà progressivamente sostituita dalla tecnologia.
Nel futuro, anche se non sappiamo quando, neppure in questo caso, la conoscenza, forse persino la cultura, costeranno e varranno poco, perché, grazie all’evoluzione dell’informatica e della telematica, le notizie, anzi, per essere più precisi, ogni genere di notizia, su qualsiasi argomento o materia, compresi quelli riguardanti dati sensibili, saranno alla portata di un “clic”.
Insomma, nel futuro, la nostra società sarà costretta a rivedere sia il concetto di libertà, che sarà profondamente sacrificato sull’altare della sicurezza, vera o presunta, sia il concetto di proprietà, per via della sua esasperata concentrazione nelle mani di pochi, e male assortiti, “personaggi globali”.
Nel futuro, il concetto di responsabilità, grazie al predominio della “burosaurocrazia”, che travolgerà la politica e il governo del popolo, sarà sostituito da un complicatissimo algoritmo, che attribuirà al caso qualsiasi colpa e alle assicurazioni qualsiasi risarcimento!
Nel futuro, la crescente crisi dei rapporti tra uomo e donna, unitamente alla crisi della famiglia e delle istituzioni che ad essa si ispirano, la scarsa capacità di razionalizzare le produzioni e i consumi alimentari e il peggioramento delle condizioni ambientali e climatiche provocheranno una forte riduzione della popolazione terrestre, fino alla sua progressiva estinzione.
Nel futuro, qualsiasi relazione interpersonale sarà vagliata da un computer e l’obbligo di amniocentesi per le donne in stato di gravidanza costituirà il primo passo verso forme eugenetiche più avanzate e comode.
Nel futuro, ci vestiremo con le fibre ricavate dai nostri rifiuti e mangeremo proteine animali estratte dalle piante carnivore: le uniche autorizzate a non diventare vegane, dato che persino i leoni si limiteranno a nutrirsi di soia e di tofu!
Nel futuro, gli umani potranno consumare latte, preferibilmente materno, soltanto nei primi mesi di vita; chi dovesse ostinarsi ad utilizzarlo anche dopo, verrà considerato un affamatore delle specie deboli, mentre, chi dovesse nutrirsi di uova, soprattutto se di specie ittiche, sarà considerato un assassino e messo in galera!
In quell’indefinito futuro nel quale, ovviamente e fortunatamente, io non ci sarò, così come, con molta probabilità, non ci saranno neppure mia figlia o mia nipote, né persino sua figlia, credo che torneranno di grande attualità e di enorme valore concetti come onestà, competenza, carattere, sintesi relazionale, stima, lealtà, stile, buonsenso, capacità di adattamento, rispetto, responsabilità, operosità, ecc.
Molti si chiederanno perché e la risposta non è difficile: perché l’onestà, la competenza, il carattere, la capacità di sintesi relazionale, la stima, la lealtà, lo stile, la responsabilità, la capacità di adattamento, il buonsenso, ecc. non si possono, né si potranno, produrre in serie, non si possono, né si potranno, duplicare in laboratorio quindi resteranno, per sempre, gli elementi che consentiranno di distinguere un uomo, inteso come appartenente al genere umano, da un altro uomo, rispettandone la diversità.
Grazie al faticoso permanere di questi elementi, che tuttavia diverranno, sempre di più, beni rari e lussuosi, dunque a rischio di tassazione e pertanto, progressivamente, sempre meno reperibili sul mercato della gente perbene, sarà possibile provare a ripartire: stavolta dalla parte giusta!
Per questa ragione, nonostante una sorta di latente pessimismo, mi sforzo di sostenere che se, in quel futuro indefinito di cui si è detto, vogliamo essere ricchi, ma soprattutto vogliamo essere sereni e in buona salute, dobbiamo cominciare adesso a produrre e ad accumulare quegli strani valori umani che abbiamo citato, magari evitando di sprecarli o, peggio, di imbastardirli geneticamente.
A questo proposito, pare che, in assoluta clandestinità, con enormi rischi per la propria incolumità, costantemente attaccata dal conformismo e dai luoghi comuni, ci sia già chi sta tentando di non disperderli e di rigenerarli, con un vecchio sistema molto in uso nel passato: si chiama educazione, ma non diciamolo a nessuno o potremmo decretarne la fine!