Si tratta di una specie in continua espansione, cresce con il crescere della confusione, del disordine e dell’incertezza, ma non solo, perché in realtà fa parte del modo di essere del genere umano e di noi siciliani in particolare. Mi riferisco agli innocenti per vocazione, ai puri, a quelli che non c’entrano mai, qualunque cosa accada.
Nella vita e in politica, infatti, le persone peggiori sono quelle che vedono il pelo nell’occhio altrui, ma non vedono, o fingono di non vedere, il palo nel proprio.
Però questa è una storia vecchia, direi biblica. Chi parla bene dice che si tratta di “doppia morale” o di stupida furbizia, a mio avviso è soltanto banale, ma comodo, opportunismo.
Credo che, nell’attuale tormentato momento storico, chi rappresenta questo genere di soggetti, cioè quelli che non hanno mai commesso errori, mentre gli altri sì, siano coloro i quali hanno usato la magistratura per scalare la politica, mentre ora si stupiscono se altri fanno la stessa cosa contro di loro.
Poi ci sono quelli che vanno anche oltre, perché sono forcaioli ed intransigenti con gli avversari, ma sono garantisti ed indulgenti con se stessi, o quelli che cambiano le regole che si sono dati in precedenza, in funzione delle accuse che ricevono o delle esigenze del momento!
In fine, ci sono quanti, negando se stessi e la propria storia, si lamentano del giustizialismo diffuso, ma non sono mai riusciti a disfarsene, perché hanno coltivato i giustizialisti nel proprio seno, ignorando chi ha cultura liberale, oltre che i più elementari principi del diritto.
Un Paese che non riesce a fare i conti con se stesso, e con le proprie cattive abitudini, è un Paese che difficilmente riuscirà a tenere il passo con il resto del mondo, ma soprattutto gli sarà difficile fare i conti con le regole, spesso non scritte, dell’economia e dei mercati.
La situazione nella quale viviamo non ammette né approssimazione, né impreparazione, né furbizie. I problemi che siamo e, sempre più, saremo chiamati ad affrontare, non ammettono né tentennamenti, né ignoranza, ma soprattutto, non seguono affatto i tempi delle frequenti campagne elettorali.
Conquistare consenso può non essere difficile: dipende dall’intelligenza, dalla rabbia o dalla stupidità del corpo elettorale. Ciò che risulta assai complicato è risolvere le questioni per le quali il consenso si è chiesto, soprattutto se gli impegni assunti, con i vari sostenitori, necessitano di apporti finanziari importanti.
Per le soluzioni, infatti, non basta qualche battuta da cabaret della politica, qualche smorfia ammiccante o qualche sfida temeraria, lanciata contro il nemico del momento, ci vogliono capacità e buonsenso, doti che non è detto siano direttamente proporzionali ai voti ricevuti.
Insomma, prima di scatenarci su quello che avremmo fatto noi al posto di altri, oppure sugli errori che ha, o avrebbe, fatto qualcuno, proviamo a capire in cosa abbiamo sbagliato noi: ormai non potremo rimediare, ma almeno potremmo evitare di ripetere errori già compiuti.
Rifugiarsi dietro “gli errori degli altri” o dietro presunte soluzioni taumaturgiche, che si sarebbero potute adottare “benaltristicamente”, è da stupidi, da ignoranti, da frustrati o, più semplicemente, da incapaci buoni solo a blaterare.
Infine, restano gli “innocenti”, quelli che non sapevano, gli “smemorati”, cioè quelli che non hanno mai chiesto nulla e nulla hanno avuto, quelli che, per loro stessa ammissione, pur non essendo capaci nemmeno di scegliere, pretendono di giudicare e di sconvolgere la storia e persino la scienza.
A questi, falsamente semplici e dolosamente ignoranti, vorrei dire che la tavola pitagorica non è in discussione e la moltiplicazione dei pani e dei pesci costituisce una prerogativa esclusiva del figlio di Dio fattosi uomo.
Al momento non ne vedo di simili in giro, mentre vedo un manipolo di presuntuosi e violenti che stanno mettendo a repentaglio la libertà, la giustizia, l’economia, la stabilità delle nostre famiglie e persino i diritti umani, pensando che il conto saranno altri a pagarlo.
Purtroppo non è e non sarà così, perché il conto lo stiamo già pagando tutti, compresi gli innocenti ed i semplici, anche se ce ne accorgeremo tra qualche tempo, quando sarà troppo tardi.