Quando mi capita di scrivere di politica, alcuni amici, con i quali amo dialogare, mi chiedono di chi ci si possa fidare oggi, dato che la confusione sembra regnare sovrana e le occasioni di reale confronto scarseggiano vistosamente. 

Nel ringraziarli per la fiducia che mi accordano, tenterò di spiegarlo, partendo da un presupposto: la politica non si somministra in pillole, né per via endovenosa, la politica, per comprenderla, bisogna praticarla e per praticarla bisogna studiarla e conoscerla, possibilmente partendo dal basso! 

La politica “de relato”, tanto di moda oggi, può far commettere parecchi errori. Mi limiterò, pertanto, a suggerire qualche elemento utile per una buona valutazione, che in ogni caso resta personale! 

A mio avviso, per esempio, ci si può fidare di chi ha una storia che si conosce, di chi si conosce pure la storia della famiglia, non di chi si improvvisa e fa capolino poco prima delle elezioni! 

Ci si può fidare di chi parla poco, di chi lo fa solo quando ha qualcosa da dire, non ama mostrarsi più del necessario e agisce molto. Ci si può fidare di chi sbaglia, ma solo perché sbagliare è umano, però è capace di ammettere gli errori e di rimediare, nel più breve tempo possibile. 

Ci si può fidare di chi non ha l’abitudine di prendere in giro le persone. Ci si può fidare di chi sa ciò che dice ed è in grado di documentarlo, non di chi fa da eco ad altri. 

Ci si può fidare di chi, quando ipotizza una soluzione, sa come praticarla e dove trovare le risorse per farlo. Ci si può fidare di chi conosce la legge, dispone delle competenze necessarie ad amministrare e non è prigioniero della burocrazia. 

Ci si può fidare di chi risponde sempre al telefono, ha un ufficio in cui è possibile incontrarlo e nel quale è possibile collaborare con lui, nella elaborazione di iniziative. 

Ci si può fidare di chi parla chiaro e non si rifugia dietro termini difficili, talvolta incomprensibili, o sfugge alle domande che gli vengono rivolte. 

Ci si può fidare di chi resta a lavorare fino a tardi, perché c’è qualcuno che attende da lui la soluzione di un problema. Ci si può fidare di chi non vive di politica, perché ha un suo lavoro. Ci si può fidare di chi ha la forza di smettere quando è il momento. 

Ci si può fidare di chi è intellettualmente libero, sa dire di no anche al proprio “capo” e sa distinguere la “ragione di Stato”, ovvero l’interesse generale, dalla “ragione di partito”, cioè dello schieramento nel quale milita. 

Ci si può fidare di chi rispetta la propria e l’altrui coscienza, la propria e l’altrui libertà, di chi sa che la democrazia è il governo di chi vince, ma è soprattutto il rispetto di chi perde!

Ci si può fidare di chi pensa che la legge debba sempre essere generale e astratta, non a favore di chi fa più comodo, in quel determinato momento. 

Ci si può fidare di chi crede nel merito, ma se ha bisogno di qualcosa la chiede per favore, perché è educato, umile e rispettoso. Ci si può fidare di chi fa la coda dietro uno sportello pubblico o alla cassa di un supermercato. 

Ci si può fidare di chi non dice: “lei non sa chi sono io”. Ci si può fidare di chi proviene da una famiglia perbene. Ci si può fidare di chi si è conquistato la posizione che occupa con sacrificio e studio. 

Ci si può fidare di quelli che non dicono che “la politica è una cosa sporca” per tenere lontani dalla sua pratica anche voi, così che sia sempre “cosa loro”.

Ci si può fidare di chi crede nella partecipazione, ha il desiderio di parlare con tutti, di confrontarsi, di apprendere, pur sapendo che può accadere che debba decidere da solo e con dolore. 

Ci si può fidare di chi è compagno di viaggio, non passeggero dello stesso treno, pronto a scendere alla prima fermata! 

Ci si può fidare di chi non ha sempre qualcuno su cui scaricare la colpa, perché sa prendersi le sue responsabilità, che non sono mai poche e non sono mai semplici, né ovvie, da affrontare.

Ci si può fidare di chi combatte a viso aperto, non si nasconde dietro l’ultimo potente di turno e sa che può vincere o perdere, ma sempre con lealtà. 

Potrei continuare ad elencare tanti altri indizi, attraverso i quali capire di chi ci si possa fidare; potrei andare avanti per chissà quanto tempo, ma voglio fermarmi qui, aggiungendo soltanto che ci si può fidare di chi ha contemporaneamente onestà, competenza, buonsenso, senso della giustizia e dell’equità, modestia e tanta voglia di ascoltare di capire e di lavorare. 

Non so se questo elenco, dico agli amici, vi potrà mai essere utile o se preferirete farne a meno, rispondendo soltanto all’emotività del momento, come accade spesso, o perché spinti dal disagio o dalla tentazione. 

In ogni caso, concludo, vi ringrazio per la fiducia che mi avete dimostrato negli anni e per quella che mi confermate ogni volta nel chiedermi di chi ci si possa fidare. 

Per quanto mi riguarda, mi auguro che il tempo che mi avete dedicato, leggendo queste brevi ma sincere riflessioni, sia stato ben speso.