Ci sono Procuratori della Repubblica che vengono arrestati da altri Procuratori della Repubblica e magistrati che, parlando con altri magistrati, confermano senza pudore l’abitudine al frequente ricorso all’uso politico della giustizia.  

Ci sono ministri che si sovrappongono ai magistrati ed esprimono sentenze “popolari”, usando i decreti come fossero delibere di condominio e ci sono carceri che esplodono ma non rieducano. 

Ci sono vertici dello stato che hanno dimenticato le nozioni fondamentali del diritto italiano, che pure dovrebbero aver ben studiato sui banchi delle prestigiose facoltà di giurisprudenza del nostro paese.

Ci sono magistrati che usano la loro posizione per favorire amici, amici degli amici e parenti a scapito di ignari cittadini, che si vedono triturati all’interno dei vigenti meccanismi fallimentari non sempre del tutto trasparenti.

Quelli appena indicati sono soltanto alcuni dei tantissimi esempi che mostrano la situazione desolante del sistema giudiziario italiano, mettendo a nudo un settore che, approfittando dell’inettitudine della classe politica, ha nettamente sbilanciato a proprio favore l’equilibrio dei poteri, sul quale si dovrebbe fondare il nostro ordinamento.

Da garantista convinto quale sono, non gioisco per il fatto che i mai responsabili magistrati, dopo aver eroso ampie fette di democrazia, si arrestino tra loro. Né mi piace che la politica non sappia riconquistare l’autorevolezza che fu dei padri costituenti. 

Da cittadino italiano, infatti, vorrei molto di più. Vorrei che venisse ristabilito lo stato di diritto, dolosamente sacrificato sull’altare del potere, vorrei che si impedisca che accuse pretestuose e spesso del tutto infondate, distruggano la vita di innocenti e che sentenze assolutorie, non del tutto cristalline, liberino colpevoli.

Insomma, vorrei vivere serenamente in un paese in cui non debba temere per le mie convinzioni né per i miei ideali, in cui possa fidarmi di chi garantisce la sicurezza, in cui  nessuno adotti provvedimenti che limitino la libertà, spacciandoli per interventi di necessità.

Non credo che sia volere troppo, anche perché sono convinto che in un paese come quello descritto ci sarebbe meno disoccupazione, più ordine, più benessere e più salute per tutti.