di Daniele Ragazzo
Mercoledì 31 marzo 2021, il Governo ha approvato il Decreto che introduce “misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici“.
Con specifico riferimento al tema delle vaccinazioni, nel comunicato si legge che Il decreto:
– esclude la responsabilità penale del personale medico e sanitario incaricato della somministrazione del vaccino anti SARS-CoV-2, per i delitti di omicidio colposo e di lesioni personali colpose commessi nel periodo emergenziale, allorché le vaccinazioni siano effettuate in conformità alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all’immissione in commercio e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del Ministero della salute relative;
– introduce disposizioni volte ad assicurare l’assolvimento dell’obbligo vaccinale da parte del personale medico e sanitario, prevedendo una dettagliata procedura per la sua operatività e adeguate misure in caso di inottemperanza (assegnazione a diverse mansioni ovvero sospensione della retribuzione);
– stabilisce che le previsioni già vigenti per i soggetti incapaci ricoverati presso strutture sanitarie assistite in merito alla manifestazione del consenso alla somministrazione del vaccino anti-SARS-CoV-2 siano estese anche alle persone che, pur versando in condizioni di incapacità naturale, non siano ricoverate nelle predette strutture sanitarie assistite o in altre strutture analoghe.
Le associazioni di categoria hanno accolto il decreto con stupore poiché pretendevano lo slittamento dello scudo penale anche in periodo post-COVID come norma definitiva e non di carattere temporale.
Il Decreto prevederà l’esonero delle responsabilità dei medici in caso di reazione avverse al vaccino, ad eccezione di colpa grave. Lo scudo riguarderà esclusivamente la somministrazione dei vaccini mentre non si estenderebbe alla altre pratiche sanitarie.
In merito a tale ipotesi, si è espressa la Procura della Repubblica di Catania sulla morte di Davide Villa. La Procura, se da un lato dichiara la non pericolosità del vaccino AstraZeneca, adesso Vaxzevria, solleva una questione di grande rilievo, il soggetto deceduto avrebbe avuto una storia clinica incompatibile con la somministrazione del vaccino usato. Vi è quindi la possibile responsabilità del medico ovegli fossero stati forniti gli strumenti per essere messo a conoscenza della storia clinica del paziente, o laddove, anche se forniti, la valutazione sia risultata errata. Nel caso in cui tali strumenti non fossero stati forniti al medico vaccinante si configurerebbe, a tal proposito le responsabilità dell’organo preposto a tale compito. Se non vi sono responsabilità nell’atto della vaccinazione, esse vanno individuate da altra parte, nelle modalità di comunicazione dei dati necessari alla vaccinazione che dovrebbero essere inviate in tempi e modalità più brevi e trasparenti.
Tali responsabilità, che esulano dalla possibile nocività del vaccino per alcuni soggetti, non possono essere coperte dal recente scudo penale laddove si configuri una grave colpaall’interno delle pratiche che portano all’iter vaccinale.