Dal rapporto SVIMEZ del 2019 si evince che nel nostro paese, per la realizzazione di opere pubbliche, nel 2018, sono stati spesi appena 102 euro pro capite al Sud e ben 278 euro pro capite al Nord. Il dato è sconcertante ed è uno degli effetti di politiche del tutto inadeguate ed incostituzionali, come lo è il sistema che lega i costi standard e la spesa storica, un combinato disposto che rappresenta la trappola attraverso la quale il Nord sottrae al Sud circa 61 miliardi l’anno.
Un forte, rinnovato ed auspicato impegno politico di ispirazione sicilianista deve servire per sconfiggere questo genere di assurde dinamiche e per eliminare simili scandali, miranti a far diventare più ricco chi è già ricco e più povero chi è già povero, trascurando il “dettaglio” costituzionale, appunto, secondo il quale: “1) Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. 2) È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Ebbene, nonostante il citato articolo 3 della Costituzione italiana sia assolutamente chiaro, nessun partito nazionale farà ciò che esso prevede, perché, da sempre, almeno dall’unità d’Italia in avanti, con una forte accelerazione nel periodo compreso tra la fine degli anni ‘70 ed i giorni nostri, nessuno dei partiti nazionali è mai stato libero dal guinzaglio della finanza speculativa, che li paga e ne controlla le decisioni, mistificandone o condizionandone le scelte, attraverso forme “adulterate” di democrazia.
In una situazione come quella sommariamente descritta, non basta un’accurata analisi dei processi economici o dei dati di bilancio, non basta una generica indignazione, ancorché profonda e argomentata, non basta formulare auspici: ci vuole un’organizzazione politica capace di interpretare il momento, elaborare un’azione conseguente e realizzarla, senza tentennamenti, attraverso uomini capaci e leali.