Le epoche politiche si sono susseguite e con esse si sono susseguiti i governi, i ministri, i parlamentari, ecc. Ciò che è rimasto costante, come dimostrano anche i più recenti studi effettuati dall’ISTAT e da altri istituti di ricerca specializzati, è il disinteresse verso il Sud.
Anzi no. L’interesse, talvolta, c’è stato, ma è stato un “interesse peloso”, cioè volto a speculare sui problemi del Mezzogiorno, guardandosi bene dal risolverli, anzi, puntando spudoratamente a gestirli.
Quello che, certamente, è mancato è stato un impegno, ad esempio, a potenziare le infrastrutture, a valorizzare le risorse, ma anche il varo di politiche realmente efficaci, affidate a chi sapesse e potesse applicarle, com’è accaduto in regioni come il Trentino o la Valle D’Aosta.
Ebbene, un recente sondaggio attribuisce ad un potenziale soggetto politico che sia espressione delle istanze dei meridionali e dei siciliani in particolare un eccellente 24%.
Il dato è di grande rilevanza e, proiettato su base generale, potrebbe portare ad un risultato superiore al 10%, molto più di quanto non venga in atto accreditato ad altri importanti partiti nazionali.
Secondo lo stesso sondaggio le credenziali politiche di un partito di questo genere dovrebbero essere quelle legate ad iniziative miranti ad ottenere per il Sud più lavoro, più sicurezza, una corretta perequazione infrastrutturale, il rispetto dell’ambiente, l’efficienza e l’efficacia della burocrazia e dei servizi pubblici, con particolare attenzione alla sanità, ai trasporti ed all’istruzione.
Per i cittadini interpellati, in un ipotetico partito di questo genere, la discriminante ideologica sarebbe relegata a percentuali di bassissimo rilievo, inferiori al 10%, sia per quanto riguarda il centrodestra, sia per quanto riguarda il centrosinistra. Ciò significa che, per una notevole parte dell’opinione pubblica, i valori e le esigenze del territorio hanno maggiore peso degli schieramenti tradizionali.
Credo che i meridionali abbiano le idee molto chiare, ma ci sono alcuni altri elementi per i quali chiedono garanzie, sono la democrazia, l’onestà e la competenza della classe dirigente, che essi desiderano scegliere e controllare direttamente, per evitare di essere traditi ancora una volta.