Se vi capitasse di parlare, soprattutto fuori dalla Sicilia con un catanese DOC, potreste sentigli affermare che lui è “Macca liotru”. L’elefante è infatti il simbolo della città e rappresenta i suoi abitanti sia nel carattere che nella forza.
L’elefante nano, era presente nel nostro territorio in epoca preistorica, tanto che l’elefante di pietra che domina piazza Duomo pare sia stato scolpito per essere una sorta di totem votivo, per ricevere protezione dalle belve feroci che allora attaccavano spesso la città priva di difese. Gli Arabi, giunti nel nostro territorio avevano chiamato Catania “Balad al-fil” cioè città dell’elefante, ad ulteriore dimostrazione dell’esistenza della scultura sin dai primi secoli della fondazione.
Testimonianze fossili dell’elefantino nano sono conservate nel museo civico del Castello di Aci, e se vi trovate a visitarlo potrete facilmente comprendere da dove è nata la leggenda dei Ciclopi ed in particolare di Polifemo.
Il cranio di questo particolare elefante infatti era più piccolo di quelli che conoscevano i greci ed i romani, cioè di quelli africani, e questi resti fossili furono scambiati per i resti del cranio di un uomo molto alto, un gigante appunto, e il foro da cui parte la proboscide nella fantasia degli antichi divenne una grande ed unica orbita oculare, da questo il gigante con un solo occhio al centro del viso.
Pare sia stato Federico II di Svevia ad assegnare a Catania come simbolo l’elefante, ritenendo significativi l’affetto e la considerazione che i catanesi avevano per l’elefante di pietra. Nonostante egli rappresenti, proprio sul muro del castello Ursino i catanesi come degli agnelli tra gli artigli dell’aquila Sveva.
L’elefante di pietra lavica, in epoca medievale era posto all’ingresso del palazzo senatorio, su un piedistallo, e fu Vaccarini, dopo il terremoto del 1693 a recuperarlo, restaurarlo e utilizzarlo per la fontana al centro di piazza Duomo.
Ma i catanesi veri non chiamano in modo generico l’elefante, ma Liotru, un nome proprio quindi che ha radici precise. Eliodoro, secondo la leggenda, era un mago pagano che disturbava le cerimonie religiose officiate dal vescovo Leone il Taumaturgo, poi santificato, facendo ballare, saltare e addirittura facendo volare fino a Costantinopoli, l’elefante di pietra. Il contrasto tra Eliodoro e Leone era tale che ad un certo punto il mago preparò una trappola, scavò una buca profonda, vi infilzò rami aguzzi come fossero lance, la coprì di foglie e si mise in attesa di Leone, proprio per farlo cadere dentro e farlo morire, ma il destino volle che per errore fosse proprio Eliodoro a cadere nella sua trappola ed a morire. L’elefante da allora il simbolo cittadino ebbe anche un nome proprio, Liotru appunto, tanto che i catanesi come detto, amano definirsi “marca Liotru”.