Il primo lido della Plaia dovrebbe essere stato il mitico Lido Spampinato, che inizialmente aveva aperto i battenti sulle scogliere dell’Armisi, al di sotto dell’attuale stazione ferroviaria, dove il mare era particolarmente limpido e la struttura degli scogli unica. Nel 1910 circa, con poche cabine per cambiarsi e, e qualche frequentatore si trasferì sulla spiaggia, ma la moda della Plaia si concretizzò negli anni venti del novecento, quando il Grande Stabilimento Balneare Spampinato contava circa 200 cabine che venivano affittate per l’intera stagione, (che allora andava dal 16 luglio, Madonna del Carmelo, al 15 agosto, Ferragosto), e addirittura 300 giornaliere. Occorre spiegare che in quegli anni si accedeva al mare direttamente da una botola nelle cabine, almeno le donne scendevano da dentro la stessa cabina per evitare di essere viste in costume, in porzioni di mare separate tra donne e uomini. Il lido Spampinato aveva una veste liberty molto esclusiva, una grande zona ristorante ed una rotonda sul mare che veniva utilizzata per serate di musica e di danze.
Questo fino agli anni della seconda guerra mondiale, quando, nel 1941/42, essendo la Plaia una zona particolarmente sensibile dal punto di vista militare, lo Spampinato si trasferì ad Ognina, nel porticciolo. Ritornò nella sua sede storica dopo la fine del conflitto, ma non ritornò agli antichi fasti, anche perché nel frattempo si erano aperti altri lidi più a sud che accoglievano parte dei bagnanti
Un altro lido antico della nostra spiaggia fu il Lido Jonio Platania, a ridosso delle scogliere del faro Biscari, fu montato per la prima volta nel 1919, ed anche questo aveva le cabine che si addentravano nel mare per permettere ai bagnanti, ma sopratutto alle bagnanti, di entrare in acqua al sicuro da sguardi imbarazzanti. Se tra un bagno e l’altro avessero avuto voglia di mangiare qualcosa, accanto al lido vi era lo chalet Politini che fungeva da ristorante.
Nel 1935 fece la sua comparsa il Lido Azzurro, che diede una svolta allo stile delle cabine, realizzandone parecchie sulla sabbia, parallele al mare, ed affittandone stagionalmente alla migliore società cittadina. Ma la guerra fermò per alcuni anni anche questo lido, le cui cabine vennero circondate dai cannoni della difesa e poi usate dagli inglesi come ripari d’emergenza durante l’avanzata. Il lido Azzurro venne completamente ristrutturato e rivisto nel suo uso nel 1964, con la realizzazione di altre cabine, ma anche del ristorante e di una zona destinata alla musica ed alle danze.
Ma fu solo dopo il 1955, quando cioè venne realizzato il viale Kennedy, che la Plaia ebbe il suo enorme boom. Si aprirono tanti lidi, le colonie per i bambini, i campeggi e i villaggi turistici.
E oggi si deve guardare a questa lunga striscia di sabbia come ad un posto dove vedersi durante tutto l’anno, dove fare sport, dove organizzare pic-nic, dove portare a spasso il cane, dove incontrare gli amici. Il mare “aperto” tutto ‘anno, come in altre regioni d’Italia, dove i turisti possano trovare servizi e accoglienza anche nelle stagioni per noi fredde, ma che un tedesco o un russo può considerare miti. La Plaia potrebbe diventare un volano turistico per categorie di stranieri che attratti dal nostro mare potrebbero poi conoscere la nostra cucina proprio in riva al mare, o visitare i nostri luoghi di cultura, i nostri musei. Le cabine tanto care ai catanesi tra gli anni 60 e i 70 del secolo scorso, potrebbero fare posto ai gazebi sotto cui gustare la granita anche a febbraio…..