Nei supermercati continuano ad essere spacciati per locali numerosi prodotti che locali non lo sono per niente, in quanto vengono dal nord Africa o dal Sud America e, normalmente, sono impregnati di ogni tipo di veleno.
I controlli, quando ci sono, sono superficiali, approssimativi, incompleti, ma spesso non ci sono affatto. I motivi sono tantissimi, dalla mancanza di mezzi, alla mancanza di personale, all’incapacità di mettere in campo politiche di contrasto degne di essere definite tali, per non parlare delle complicità.
Questo modo di intendere la globalizzazione, da una parte, e la salvaguardia dei nostri prodotti, dall’altra, non aiuta l’economia locale, soprattutto al sud, dove le produzioni tipiche vengono distrutte, materialmente e commercialmente, anche a seguito di accordi che le sacrificano, in favore di scambi, economici e diplomatici, che privilegiano le attività industriali del nord.
Per fortuna c’è qualcuno che pensa a proteggerci dalle invasioni straniere, altrimenti ci troveremmo sommersi da banane e noci di cocco! Mentre, per il momento, siamo invasi da limoni di cui non si può usare la buccia, di arance senza alcun sapore, di ortaggi che sanno di aspirina effervescente.
Amici miei, non vi pare che si stia esagerando un po’ troppo? Non vi pare che si debba organizzare una forte reazione popolare? Non vi pare che, a fronte della presunta elevazione dei livelli di una sicurezza più annunciata che praticata, poiché tale non è affatto, si stiano sacrificando i veri fattori economici del Paese?
Non vi pare che l’autonomia differenziata, che il governo sta per realizzare, potrebbe distruggere quel poco che ci resta, a tutto vantaggio della parte ricca del Paese, quella che si permette quattro corsie autostradali al nord, lasciando il sud a circolare nelle “rege trazzere”?
Non credete sia giusto che, prima di spaccare l’Italia, sempre a spese dei più svantaggiati, si saldino i conti infrastrutturali e venga restituito tutto ciò che è stato fraudolentemente sottratto, anche per colpa di un manipolo di traditori venduti?
Insomma, il tema, ancora una volta, viene pretestuosamente mal posto. La domanda non è autonomia si o autonomia no, ma autonomia dopo, quando al sud ci saranno le stesse infrastrutture del nord.