Ing. Alice Alessia Randazzo

Da sempre sappiamo quanto il colore influisca sulla nostra vita in maniera determinante, ma forse abbiamo dimenticato che lo studio dei colori era parte integrante della formazione delle persone istruite fino alla metà dell’800 ed oggi ci sentiamo quasi smarriti senza tali conoscenze. La non conoscenza porta ad avere quasi paura di utilizzare certi colori, proprio perché non si ha la consapevolezza del loro significato simbolico, emozionale e psichico ed il risultato evidente è l’uso in architetture moderne di colori neutri, scelta facile ed impersonale, percepita nel luogo comune come scelta di classe. 

Il colore, essenzialmente energia visibile, si manifesta in natura con l’infinita gamma di sfumature che il nostro emisfero ci regala; esso è imprescindibile dall’emozione e questo viene percepito intuitivamente dai bambini fin da piccolissimi.

Il colore è anche un fenomeno culturale, come affermava Goethe e come afferma oggi lo storico Michel  Pastoureau, uno dei massimi studiosi e conoscitori del colore contemporanei.

Un esempio su tutti riguarda il colore Blu che attualmente detiene il primato di preferenze in Occidente, utilizzato molto sia dagli uomini che dalle donne, ma in passato non considerato un vero colore; solo il bianco, il nero ed il rosso lo erano, soprattutto nell’antica Grecia. 

Successivamente, il colore Blu continua ad essere declassato nell’epoca romana perché collegato ai barbari. Solo dopo il Medioevo, verso il XIII secolo, viene eletto a vero e proprio colore, sostanzialmente per due motivi, il primo religioso, infatti l’azzurro diventa il colore del cielo cristiano e del manto della Vergine, il secondo culturale e sociale: in un periodo in cui era necessaria una differenziazione tramite i cognomi e gli stemmi, segni d’identità, il blu diventa necessario per consentire maggiori combinazioni nell’araldica, insieme al verde ed al giallo. Il blu viene recepito così il contrario del rosso, reminiscenza arcaica presente tutt’ora nella nostra società: fiocchi azzurri per le nascite di bambini e fiocchi rosa per le nascite di bambine.

Oggi il blu è un colore discreto, ben voluto da tutti, e per questo ha perso in parte la sua valenza simbolica: scelta comoda e facile di chi non svela molto di sé. Scelto da organizzazioni internazionali ( l’Onu, l’Unesco, l’Unione Europea), per le divise, per le auto dei politici, appare sempre sobrio, elegante ed opportuno.

Molte ricerche dimostrano come il colore possa influire positivamente sulle prestazioni di chi lavora in ufficio o degli studenti nelle scuole. Gli ambienti luminosi e colorati favoriscono infatti la cooperazione e la concentrazione, sviluppano emozioni di benessere ed ottimismo, mentre i colori scialbi e spenti risultano poco stimolanti e causano malessere ed inquietudine.

Risulta quindi chiaro come il colore possa incidere in maniera efficace sulle persone e sull’ambiente. 

Emblematico l’esperimento condotto per massimizzare il rendimento degli operai in fabbrica che evidenzia come l’utilizzo del color giallo acido nei bagni contribuisca a far restare il meno possibile gli impiegati in quell’ambiente,  con conseguente massimizzazione del tempo dedito al lavoro. Un esempio dell’impiego di informazioni immesse nell’ambiente in modo non dichiarato per influire sul comportamento degli individui.

Avere queste conoscenze ci consente dunque di riacquisire i significati dei colori e renderci conto di cosa ci stiano inducendo a fare negli ambienti, piuttosto che tramite pagine web, insegne pubblicitarie, locali pubblici, aziende, etc..

Non è forse giunto il momento di riappropriarsi del “potere del colore” ?

per approfondire: www.ecopa.it